Questa settimana, cominceremo il nostro percorso in India. Il presidente russo Vladimir Putin, la settimana scorsa, si è recato a Nuova Delhi per una visita ufficiale, venendo accolto con teatrale cordialità dal primo ministro Narendra Modi. Putin era in India per fare affari: per vendere armi, petrolio e altre fonti di energia utili all’industria di un paese che oggi, con 1,47 miliardi di persone, è il più popoloso al mondo. Ma anche per dimostrare al mondo che la Russia, nonostante le sanzioni che le sono state imposte dopo l’invasione dell’Ucraina, non è per nulla isolata. Con immenso cinismo, poi, il leader del Cremlino ha trovato persino tempo per rendere omaggio alla figura del Mahatma Gandhi.
Dall’India ci sposteremo poi in Siria, nel primo anniversario della caduta di Bashar al-Assad. Rivivremo le ore febbrili dell’offensiva che ha segnato la fine di un regime che, per oltre cinquant’anni, ha governato il paese col terrore. In Siria oggi la ricostruzione procede lentamente, le ferite della guerra civile restano aperte e la promessa di una nuova normalità convive con la paura, sempre presente, di un ritorno al caos.
Lasceremo poi il territorio della geopolitica, per fare un viaggio nel passato. Andremo nella Roma di papa Clemente VIII. Qui, incontreremo Beatrice Cenci, figura tragica e coraggiosa, simbolo di un destino che ancora oggi fa discutere storici, giuristi e filosofi. Beatrice venne giustiziata nel 1599, a soli 22 anni, davanti a una folla che avrebbe voluto salvarla. La sua è una storia che parla di violenza domestica, potere patriarcale e disperazione. Un castello che diventa prigione, una giovane donna che si ribella all’autorità assoluta di un padre depravato, e un processo che mette a nudo le ipocrisie della società. Noi seguiremo il filo che da questa antica tragedia familiare arriva fino alla Milano di oggi.
Concluderemo infine il nostro cammino riflettendo su un fenomeno che riguarda ormai ciascuno di noi. Ci soffermeremo sull’eccessiva fiducia che riponiamo nella memoria digitale, come se una foto sullo smartphone valesse più dell’esperienza che l’ha generata. Ci chiederemo che cosa stiamo perdendo: forse il piacere dei sensi, forse il tempo lento che serve per ricordare davvero, forse quel silenzio interiore da cui prendono forma i ricordi più autentici. E proveremo a capire perché, mentre accumuliamo migliaia di immagini, rischiamo di perdere proprio ciò che vorremmo proteggere: la capacità di costruire una biografia.
Viviamo nell’era del cinismo più sfrontato e ripugnante. Durante il suo viaggio ufficiale in India, Vladimir Putin ha reso omaggio alla figura del Mahatma Gandhi. Se non fosse drammaticamente vera, la notizia sembrerebbe tratta da una pubblicazione satirica. E invece, no. È tutto vero. Lo scorso 5 dicembre, Putin si è recato sulla sponda del fiume Yamuna per visitare il memoriale dedicato al grande leader spirituale e politico dell’indipendenza indiana, un uomo che trasformò la nonviolenza in uno strumento di lotta civile e rinnovamento etico. Sulla lastra di marmo nero che segna il luogo in c
L’8 dicembre 2024, un’alleanza di gruppi armati guidati dalla formazione Hayat Tahrir al-Sham faceva il suo ingresso a Damasco, capitale della Siria. Quello stesso giorno, dall’aeroporto della città costiera di Latakia, decollava un aereo con a bordo il tiranno Bashar al-Assad e alcuni membri della sua famiglia. Dopo una tappa nella base russa di Hmeimim, il velivolo attraversava lo spazio aereo turco e il Mar Nero, per atterrare, infine, a Mosca.
Era da un po’ di tempo che la fine del feroce regime siriano si andava delineando all’orizzonte. Il 28 novembre, i ribelli di Hayat Tahrir al-Sham av
I fan di David Lynch ricorderanno il suo volto perché compare in Mulholland Drive, nell’appartamento dell’onirica Betty Elms. Io, invece, ho conosciuto il suo bel viso a Palazzo Barberini, a Roma, un pomeriggio d’estate.
Il Ritratto di Beatrice Cenci — un olio su tela a lungo attribuito al pittore bolognese Guido Reni, molto attivo nella Roma del Seicento — mostra la giovane nobildonna romana in un momento sospeso. Osservandola, ci chiediamo se abbia già concepito il drammatico gesto, estremo e liberatorio, che segnerà la sua fine prematura.
I colori tenui, perlati, la luce morbida sul volto lev
È successo a tutti, è successo anche a me. Siamo a un concerto e la platea è una fitta foresta di telefoni cellulari. Al ristorante, quasi mai mangiamo prima di aver fotografato, come in un rito pagano, il cibo che abbiamo sul piatto. Sugli aerei in volo, non ci avviciniamo più ai finestrini per contemplare in silenzio la feroce bellezza del Grand Canyon, o il verde esuberante e vellutato dei morros di Rio de Janeiro. In palestra, non vogliamo più solo scolpire addominali e glutei. Vogliamo farlo sapere a tutti: amici, conoscenti, visitatori passeggeri.
Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra e