Arabia o Iran per me pari son
La guerra “fredda”, di cui vi parlo già da un po’ tra Iran e Arabia Saudita per il controllo politico e soprattutto economico della regione più “inzuppata” di petrolio al mondo, beh, sta salendo rapidamente di temperatura! Il 2016, infatti, si è aperto con la notizia delle 47 esecuzioni capitali messe in atto a Ryad in un solo giorno. Un record se si considera che il regime Saudita aveva giustiziato 90 condannati a morte in tutto il 2014 e 157 l’anno successivo.
Per quanto mi riguarda, un condannato a morte giustiziato è sempre un morto di troppo, ma di pena di morte parliamo un'altra volta! Il problema è che in quest’ultimo pacchetto natalizio di esecuzioni capitali, tra i tanti presunti “terroristi”ce n’era uno, l’Imam Nimr Al Nimr, che politicamente contava più degli altri, se non altro per quanto riguarda la politica estera e in particolare i rapporti già tesissimi con l’Iran.
Ora, che gli altri 46 fossero davvero terroristi è tutto da appurare, visto che a condannarli è stato un sistema giudiziario, basato su un testo sacro scritto 1500 anni fa, secondo il quale, tanto per fare un esempio, la testimonianza di una donna vale la metà di quella di un uomo. Anche qui ci sarebbe materiale per mezz’ora di chiacchiere, ma, ancora una volta, non è questo il punto.
Le lacrime di Obama
Chi ha detto che le lacrime sono tutte uguali? Una volta ho letto, anche se non ricordo assolutamente chi l’abbia scritto, che la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno dell’aria, e quella di un bambino che ha fame pesa come tutto il mondo.
Ebbene, in realtà quelle di un presidente americano pesano ancora di più. Di sicuro molto di più di quelle dei bambini affamati: forse perché ne vengono versate troppe tutti i giorni e, come sempre accade, il troppo crea comunque assuefazione. Un presidente invece … beh è diverso.
Tanto per cominciare il presidente degli Stati Uniti non piange ma
Ferrari in borsa
Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo automobilistico FIAT, ha annunciato in pompa magna, a Milano, l’entrata in borsa del titolo Ferrari scorporato dalla Fiat, appunto la casa madre.
Quante volte cari ascoltatori vi sarete chiesti: ma FIAT che cosa significa? E’ l’acronimo di che cosa? E’ presto detto. Per chi di voi non lo sapesse ancora, la sigla FIAT è composta dalle iniziali delle parole: Fabbrica Italiana Automobili Torino.
Il suo significato purtroppo oggi non vale più, perché la fabbrica di automobili, da sempre simbolo e motore del miracolo industriale del bel pa