Elezioni francesi, gli elettori premiano Macron al primo turno
In fondo, non è stata una completa sorpresa. I sondaggi sulle intenzioni di voto (nonostante la cattiva fama di cui godono ultimamente) avevano predetto uno scenario di questo tipo. Domenica 23 aprile, Emmanuel Macron, ex ministro dell’Economia del governo Hollande e leader del movimento centrista “En Marche!”, è emerso come il vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali francesi, con il 24% dei voti. Lo segue da vicino Marine Le Pen, la candidata del Fronte Nazionale, con il 21,3% dei consensi. L’appuntamento si sposta ora al 7 maggio per il secondo turno elettorale.
Si profila così davanti all’elettorato francese una scelta tra due alternative ideologicamente agli antipodi. Nessuna sovrapposizione programmatica, nessun punto di contatto. Il prossimo 7 maggio si sfideranno due progetti antitetici, due visioni diametralmente opposte sul futuro della Francia, dell’Europa e del mondo.
Turchia, un giornalista italiano diventa l’ennesima vittima di una brutale guerra contro l’informazione indipendente
Come sappiamo, lo scorso 16 aprile si è svolto in Turchia un referendum costituzionale che ha sancito ufficialmente l’accentramento del potere nelle mani del presidente Recep Tayyip Erdogan. Da quel giorno, nessuno dubita più che la Turchia stia diventando un paese autocratico. In un clima di intolleranza che si fa sempre più pesante, parole come separazione dei poteri, pluralismo, libertà di espressione e di informazione ormai significano ben poco.
La Turchia oggi è un paese ferito. Quello che un tempo era considerato un affidabile alleato del mondo occidentale, un paese modello capace di
Damien Hirst a Venezia, ovvero l’arte di reinventarsi all’infinito
“Damien Hirst non mi è mai piaciuto. Ho visto alcune delle sue opere più famose -- le mucche, lo squalo, il teschio ricoperto di diamanti -- e mi sembra che rappresentino tutto il peggio del mondo dell’arte di oggi. Comunque, devo ammettere che questa nuova mostra a Venezia sembra davvero interessante, e confesso che mi piacerebbe molto andare a vederla”, mi diceva l’altro giorno un amico, commentando la notizia della nuova personale dell’ex capofila degli Young British Artists, una delle figure più amate, odiate e (soprattutto) invidiate, della scena dell’arte contemporanea mondiale.
Dami
Le due anime di Yuja Wang, pianista sublime e diva mediatica
Qualche giorno fa, mentre sedevo in un caffè di campo San Polo a Venezia, mi è capitato di ascoltare per caso un’interessante conversazione che si svolgeva tra due signore sedute a un tavolo accanto al mio. “Avresti dovuto vederla… durante il primo tempo aveva un abito rosso fiamma… poi, dopo l’intervallo, è tornata in scena con un abito color smeraldo che sembrava dipinto sulla pelle”, raccontava una delle due signore all’amica, con una punta di malcelata invidia.
Non c’era alcun dubbio, le mie vicine di tavolo stavano parlando della celebre pianista classica Yuja Wang, attualmente impegna