L’armadio della mia camera da letto nella casa di mia madre conserva ancora i vestiti che mettevo all’epoca del liceo. Maglioni di lana, camicie e magliette di cotone, minigonne e pantaloni, giacche, cappotti, sciarpe e cappelli. Persino gli abiti eleganti delle feste del sabato sera. Capi classici, perfettamente conservati. La politica, a casa mia, è sempre stata quella di puntare sulla qualità, non sulla quantità. Non mentirei se dicessi che potrei indossare oggi, senza alcun problema, la maggior parte di quegli indumenti.
Altri tempi. Negli ultimi anni, le strade delle nostre città si sono
Nel giorno del 30° anniversario del sacrificio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, assassinati in Somalia, il 20 marzo del 1994, mentre svolgevano il loro lavoro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato quanto sia importante, per la salute democratica di una società, l’esistenza di un ecosistema informativo libero.
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin “erano giornalisti di valore alla ricerca di verifiche e riscontri su una pista che avrebbe potuto portare a svelare traffici ignobili”, ha ricordato Mattarella in un comunicato pubblicato sul sito web del Quirinale.
Nel 1994, la Somali
Silvio Berlusconi non aveva simpatia per la stampa estera, difficilmente controllabile, a differenza dei giornalisti che lavoravano nel suo impero mediatico.
Solo una volta tenne una conferenza stampa presso l’Associazione della Stampa Estera. In quell’occasione, come avrebbe poi fatto tante altre volte, mentì. Disse, alla platea di giornalisti seduti davanti a lui, di non avere alcuna intenzione di entrare in politica. Era il novembre del 1993. Poche settimane dopo, il 26 gennaio, Berlusconi annunciava, con un messaggio preregistrato inviato a tutte le emittenti televisive nazionali, la sua “
Il Parlamento italiano dell’era Meloni, assomiglia, troppo spesso, a un cabaret. Un cabaret che vede al centro, come protagonista assoluta, lei: Giorgia Meloni. La premier dà il meglio di sé soprattutto nell’aula della Camera. Nei momenti in cui è costretta ad ascoltare gli interventi che giungono dai banchi dell’opposizione, dà vita a un vero e proprio spettacolo, senza risparmiare energie. L’enfasi, le pause, la gestualità. Meloni allarga le braccia, ride, atteggia il viso in mille smorfie, immensamente espressive. C’è la smorfia stupita e incredula, quella a metà strada tra l’indignazione e
Il fatto che Palazzo Strozzi gli dedichi, oggi, una grande mostra monografica è, per Anselm Kiefer, il coronamento di un sogno. Tanti anni fa, quando, ventenne, studiava arte alle accademie di Friburgo e Karlsruhe, era rimasto folgorato dall’eleganza severa e pulita del bel palazzo fiorentino. Dalla bellezza serena di quella facciata di pietra quattrocentesca. Quasi un ossimoro, in realtà, se pensiamo che la produzione del grande artista tedesco, nel corso degli anni, sarebbe stata animata, per lo più, da composizioni esuberanti e inquiete, vere e proprie esplosioni di energia.
Angeli caduti —