Amici ascoltatori, bentrovati al nostro appuntamento settimanale con Advanced Italian. Ci sarebbero molte notizie di attualità di cui potremmo discutere, ma la più importante di tutte credo sia quella che riguarda la decisione di Donald Trump di spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Prima di cominciare, però, voglio ricordarvi che oggi è mercoledì 13 dicembre e io sono Nicola!

Come di certo avrete letto e sentito, lo scorso 6 dicembre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato ufficialmente di voler trasferire la sede dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme. Una scelta che ha un grande valore simbolico, in quanto legittima la Città santa a capitale dello Stato di Israele.

In segno di protesta contro la decisione della Casa Bianca, l’organizzazione politico-religiosa palestinese Hamas ha subito indetto “3 giorni di collera”, invitando il popolo palestinese a raccogliersi, da mercoledì a venerdì, nei centri delle città e di fronte alle ambasciate e ai centri consolari israeliani nel mondo per esprimere la loro disapprovazione.

Restiamo in ambito di politica estera per discutere della decisione della Commissione europea di avviare una procedura giudiziaria contro la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Ungheria

Giovedì 7 dicembre, i media internazionali hanno diffuso la notizia che la Commissione europea ha deferito la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Ungheria alla Corte di giustizia Europea con l’accusa di aver violato il diritto comunitario per non aver accettato di ricollocare i migranti richiedenti asilo all’interno dei loro paesi.

Il programma di ricollocamento dei migranti è nato nel settembre del 2015 con lo scopo di alleggerire la pressione nei paesi di primo sbarco, come l’Italia e la Grecia, afflitti da un eccessivo sovraffollamento dei centri di accoglienza.

Malgrado la collocazione dei migr

Parlando di populismo e nazionalismo, non posso non condividere con voi la deplorevole notizia del blitz di un gruppo di fascisti davanti alla sede del quotidiano Repubblica e del settimanale l’Espresso.

Lo scorso 6 dicembre nel pomeriggio, una decina di persone si è presentata con atteggiamento minaccioso davanti al palazzo romano che ospita la redazione del quotidiano Repubblica e del settimanale l’Espresso.

I componenti del gruppo avevano il volto coperto da maschere bianche e sventolavano bandiere nere con il simbolo di Forza Nuova, un movimento politico di estrema destra nato alla fine degli anni novanta.

Intenzionati a svolgere un’azione intimidatoria, il gruppo di neofascisti ha acceso alcuni fumogeni, mostrando un cartellone con la scritta: “Boicotta l’Espresso e Repubblica”.

Poi, tra co

Cambiamo discorso e parliamo di fiction televisiva , in particolare di Gomorra, una serie italiana di successo che racconta il dominio della camorra, ovvero la criminalità organizzata che si insidia nell’hinterland di Napoli.

Lo scorso martedì 5 dicembre, il quotidiano Repubblica ha raccontato che, in meno di 48 ore, tre procuratori antimafia hanno sollevato delle critiche sulla fiction in onda sul canale televisivo Sky.

Il primo è stato il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, che, durante una trasmissione televisiva pomeridiana su Rai 3, ha confidato alla conduttrice, la giornalista Lucia Annunziata che, secondo lui, la fiction Gomorra dà eccessivo spazio alla psicologia dei personaggi e alle relazioni umane. Una scelta pericolosa, secondo lui, perché “la camorra è fatta soprattutto di violenza

Dalle critiche dei magistrati alla serie televisiva Gomorra, passiamo a un altro tipo di polemica: quella che riguarda la scelta di alcuni esercizi commerciali di porre il divieto di ingresso alle famiglie con bambini piccoli. Decisione vissuta in maniera controversa in Italia e in altre parti del mondo e che, per questo motivo, vorrei proporre come Featured Topic per la nostra sessione settimanale di Speaking Studio.

Diversi anni fa, mentre mi trovavo a soggiornare in un hotel boutique di New York, notai che, tra le regole dell’albergo, ce n’era una che vietava esplicitamente il soggiorno nella struttura alle famiglie con bambini di età inferiore ai dieci anni.

La cosa mi incuriosì molto, perché era la prima volta che mi trovavo a riflettere su un divieto simile. In Italia non ne avevo mai sentito parlare. Così chiesi spiegazioni ai proprietari, impegnati in prima persona nella gestione del locale, che era una piccola palazzina a quattro piani dotata all’incirca di 12 camere.

Uno di loro mi spiegò che l’ed