Kindness in the Time of Coronavirus
23, marzo 2020
Cari amici all’ascolto,non sono mai stata una persona incline a mettere su carta i propri pensieri.
Eppure, da quando io e la mia famiglia siamo in quarantena forzata, per evitare il diffondersi del virus, ho sentito sempre più forte il desiderio di raccontare quello che sta accadendo in Italia, durante questi terribili giorni.
Sono tempi duri questi, inutile negarlo. La vita come la conoscevamo, non esiste più. È proibito passeggiare, vedere gli amici, andare al cinema, il pranzo della domenica con la famiglia, persino uscire di casa…
Non vorrei parlarvi di questo, però. Bastano i giornali e la televisione a raccontare un dramma quotidiano, che sembra non conoscere fine.
Vorrei parlare d’altro con voi. Vorrei fare come fece Boccaccio nel 1348, quando scrisse il suo Decamerone ai tempi della peste. Come lui, vorrei raccontarvi delle storie, un paio di volte alla settimana. Storie che, come piccoli fari nella nebbia, possano portare un po’ di luce in questi tempi bui e magari aprire uno spiraglio alla speranza.
La storia che vorrei raccontarvi, oggi, parla di un passaparola capace di salvare tante vite.
Siamo a Brescia, in Lombardia, la regione italiana più colpita dall’emergenza del coronavirus.Giovedì scorso, i sanitari dell’ospedale di Chiari si sono resi conto che le scorte di valvole salvavita per la terapia intensiva, indispensabili per fornire ossigeno ai pazienti, stavano per esaurirsi e che l’azienda produttrice, per l’elevato numero di richieste, non avrebbe potuto rimpinguare le loro scorte.