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Barcellona, i collettivi indipendentisti catalani sfruttano una manifestazione contro il terrorismo per veicolare il loro messaggio

30 August 2017
Doveva essere una manifestazione in memoria delle vittime degli attentati di matrice jihadista che tra il pomeriggio di giovedì 17 e le prime ore di venerdì 18 agosto hanno colpito il centro di Barcellona e la località balneare di Cambrils. Doveva essere un’occasione di incontro, un’espressione di unione popolare contro il terrorismo, una celebrazione della ‘società aperta’. Un momento di coesione, solidarietà e fratellanza, al di là delle appartenenze politiche individuali, delle dicotomie destra-sinistra e dei programmi di questo o quel governo. Un semplice modo per dire “no tenim por”, “non abbiamo paura”.

Invece, il corteo che nel pomeriggio di sabato 26 agosto ha sfilato nel centro storico di Barcellona, lungo il Passeig de Gràcia fino alla Plaça de Catalunya, è stato cinicamente manipolato dal movimento indipendentista catalano, che l’ha trasformato in un palcoscenico. In un teatrale attacco contro il governo di Madrid. Il re Felipe VI, il presidente dell’esecutivo Mariano Rajoy e i membri del governo centrale sono stati fischiati da migliaia di persone che sventolavano cartelli e striscioni di protesta. Cartelli e striscioni che non avevano nulla di spontaneo: erano tutti uguali, fabbricati in serie.

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