Un caloroso saluto, dunque, a tutti gli ascoltatori che anche questa settimana hanno deciso di seguire il nostro consueto appuntamento, dedicato ad alcune delle notizie più importanti e curiose dei giorni scorsi. Parlando di “hot news”, soffermiamoci qualche minuto sullo scandalo internazionale che ha coinvolto indistintamente attori, sportivi, personaggi televisivi, imprenditori e politici: i Panama Papers.
Panama Papers e l’incoerenza politica
Come tutti sapete, domenica 3 aprile, il mondo ha appreso la notizia della più grande fuga d’informazioni finanziarie della storia: i Panama Papers. L’argomento è stato discusso ampliamente nella scorsa puntata dalla nostra amica Chiara, che ci ha fatto i nomi di qualche personaggio eccellente coinvolto nello scandalo. Si tratta di persone che, seppur diverse per background, lavoro e lingua, condividono un’unica preoccupazione: come poter nascondere la propria ricchezza.
I Panama Papers, oltre ad essere la conferma di quanto i paradisi fiscali siano una realtà dell’élite economica, mettono bene in mostra anche un altro aspetto importante: l’incoerenza della politica internazionale.
Infatti, alcuni dei nomi noti coinvolti, direttamente o indirettamente, in questa vicenda riguardano proprio personaggi politici di primo piano come: David Cameron, Sigmundur Gunnlaugsson e Vladimir Putin. Andiamo per ordine.
Il candidato democratico più “unqualified”
Alle elezioni nello stato del Wisconsin di martedì 5 aprile, hanno trionfato i senatori meno favoriti: Ted Cruz e Bernie Sanders. Con questa vittoria i due candidati hanno ridotto il distacco con gli sfidanti, Donald Trump e Hillary Clinton, ponendo così l’interrogativo se entro la fine del mese non ci sarà più nessun favorito.
Presto, infatti, si voterà negli stati di New York e California, rispettivamente il 19 aprile e 7 giugno. La posta in gioco è alta, ricordiamo che si assegneranno complessivamente 837 delegati, e quando la ricompensa è grande, sale la tensione e si cominciano a veder
Mentre la Grecia, nel rispetto degli accordi tra Unione Europea e Turchia, ha iniziato a espellere i profughi senza richiesta di asilo, c’è chi da tempo ha fatto dell’immigrazione un’opportunità di sviluppo economico e sociale. Eccovi la storia di Domenico Lucano e della sua piccola Riace.
Il grande cuore di Riace
Domenica 3 aprile il canale televisivo americano PBS ha trasmesso un documentario dedicato al piccolo comune calabrese di Riace, protagonista di uno dei progetti d’accoglienza agli immigrati più riuscito degli ultimi tempi.
Il progetto è iniziato nel 1998, quando un’imbarcazione stracolma d’immigrati curdi arrivò sulle spiagge non molto distanti dal vecchio borgo. Domenico Lucano, detto Mimmo, oggi sindaco, ma allora soltanto maestro di scuola e capo dell’associazione benefica Città Futura, ebbe l’idea di offrire ai nuovi arrivati le case lasciate vuote dagli emigranti.
Negli anni novant
Il celebre cantante italiano Francesco De Gregori cantava nella sua canzone “Leva calcistica della classe ‘68”:“Ma Nino non aver paura"... forse è meglio se vi faccio ascoltare il pezzo originale.
“Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”.
Belle parole, ma se al posto di Nino, protagonista immaginario del brano di De Gregori, ci fosse una donna, potremmo dire la stessa cosa, che il sesso non è uno di quei particolari, da cui si giudica un giocatore?
Eppure le calciatrici della nazionale americana ne hanno tanto di coraggio, altruismo e fantasia…
L’avrete già capito tutti: torniamo a parlare di Stati Uniti, calcio e discriminazione retributiva.
US soccer: un calcio alla disparità retributiva
Per essere certe di non far passare il loro messaggio come un pesce d’aprile, o per dirla all’inglese: April fools’ day, 5 giocatrici della nazionale di calcio statunitense hanno scelto giovedì 31 marzo per accusare la federazione calcistica nazionale, la U.S. Soccer, di discriminazione retributiva.
Tramite il loro legale, le coraggiose atlete americane hanno comunicato al mondo di aver inviato un reclamo ufficiale alla Commissione statunitense per le pari opportunità sul lavoro.
Hope Solo, Alex Morgan, Megan Rapinoe, Becky Sauerbrunn e Carli Lloyd si sono lamentate, infatti, di ricevere
Riguardo a quest’argomento, voglio farvi una domanda: come reagireste se vi dicessero che l’anno prossimo a scuola i vostri figli di sei anni potrebbero parlare di vino durante le lezioni?
Il vino a scuola
Un paio di sabati fa, leggendo sul web le notizie internazionali, mi sono trovato di fronte a un titolo abbastanza curioso, che diceva pressappoco così: ai bambini italiani delle scuole elementari sarà insegnato settimanalmente come bere il vino, per educarli a non ubriacarsi.
Il giornale inglese Daily Mail, che ha pubblicato la notizia, sabato 2 aprile, fa riferimento al disegno legislativo presentato in Parlamento dal senatore Dario Stefano giovedì 24 marzo.
Mi sono subito immaginato bambini di sei anni che, con in mano lo stelo di un calice, fanno girare un pregiato vino rosso nel bic